Prosegue il mio diario settimanale ricamato (per chi non sapesse cosa sto facendo e perché, qui c’è la spiegazione).
Un pomeriggio di questa settimana mi ha colpito la luce del sole invernale che si è fatta strada tra gli alberi e ha disegnato giochi di luci e ombre sul prato un po’ umido, dove saltellava una merla.
Intanto che ho tirato fuori il cellulare, la merla ovviamente si è allontanata un po’… La foto non è un granché, ma è servita allo scopo, ovvero ricordarmi come cambiava l’erba del prato dove era illuminata e dove era in ombra.
La scelta dei colori non è stata facile… Il buon senso consiglierebbe di farlo in una giornata serena, alla luce naturale, ed io invece l’ho fatta al mattino di un giorno grigio e piovoso.
In più, mettere vicino i fili al monitor in cui è visualizzata la foto non serve a nulla, la luminosità del monitor falsa qualsiasi tentativo di paragone.
E io, ciliegina sulla torta, sono anche discromatopsica (come ripeté compiaciuto il mio oculista), ovvero fatico a distinguere le sfumature di alcuni colori, nella fattispecie proprio i verdi.
Mi è venuto in aiuto Photoshop, riservandomi anche qualche sorpresa: continuavo a pensare al prato in termini di verdi (scuri o chiari), ma lo strumento contagocce (che seleziona il colore in base ad un punto del disegno) continuava a propormi tanti gialli e marroncini e grigini.
Tenuto conto delle condizioni generali non proprio favorevoli, sono arrivata a questa selezione di colori, che mi ha dato un risultato che ritengo perlomeno accettabile.
Credo che utilizzerò ancora questo metodo di scelta dei colori, penso che mi sarà utile per imparare a “leggere” i colori in una immagine senza lasciarmi distrarre da tutto quello che sta intorno e che mi vuol far scegliere un colore più in base agli stereotipi che ho in testa che non al colore effettivo che vedono i miei occhi.