Prosegue il mio diario settimanale ricamato (per chi non sapesse cosa sto facendo e perché, qui c’è la spiegazione).
Questa settimana mi sono lanciata nella rete filet a mòdano… Grazie alle spiegazioni estive di Elena, a Bormio, e con il conforto di qualche ricerca su google, sono riuscita a produrre, dopo qualche litigio con il filo, un quadrato di rete filet piuttosto dignitoso, con grande soddisfazione: imparare una cosa nuova mi piace molto!
Poi, siccome credo di avere una tendenza autolesionistica non indifferente, ho avuto la bella pensata di provare a fare una rete con i quadretti più piccoli e con il filo più sottile, per poterla usare nel quadratino di questa settimana.
Il filo è una seta ben ritorta e tinta a mano da Ildico Dornbach, che comprai tanti anni fa a Italia Invita e che non avevo ancora avuto il coraggio o l’occasione di usare. Ho degli altri colori che mi piacciono molto (un set di tinte bruciate autunnali con dei verdi/marroni che si sposano bene, più quattro matasse dal verde al blu petrolio, uno spettacolo!) che dovrò decidermi ad utilizzare, soprattutto ora che ho visto quanto sono belle da lavorare.
Per fortuna avevo degli aghi per il filet a mòdano di dimensioni abbastanza piccole, che ho ritrovato nella busta con gli uncinetti sottili che ho ereditato da mia mamma. Quello più piccolo aveva ancora un inizio di rete attaccato. Non so chi sapesse fare la rete, a mia madre e a mia nonna non l’ho mai vista fare. E’ più probabile che li avesse a sua volta ricevuti da chissà chi e conservati, che non si sa mai. Hanno un po’ di ruggine, che dovrò provare a pulir via con un po’ di carta vetrata sottile.
Dico per fortuna, perché anni fa, quando volevo provare a fare la rete, comprai il set della Prym, che però va bene solo per fare delle reti medio/grosse.
Comunque, cimentarmi in questa brillante idea mi ha ricordato che prima di correre, bisogna imparare a camminare. Com’era abbastanza scontato, ho fatto un po’ di fatica a fare la rete, e la seta tendeva ad annodarsi un po’. In qualche modo, sono arrivata alla fine del mio micro-quadrato di rete, e siccome “ogni scarrafone è bello a mamma soja”, anche se è risultato meno regolare di quello fatto con il cotone da uncinetto, ho deciso di usarlo ugualmente.
Le puriste del filet a mòdano grideranno al sacrilegio: in totale anarchia, ho prima attaccato il quadratino sulla stoffa, imbastito e contornato a punto festone, e solo dopo ho fatto un tentativo di ricamo a punto tela. Anche qui, il buonsenso vorrebbe che *prima* uno si documenti e *poi* faccia le prove, e non che, da incosciente quale sono io, ci si butti a capofitto senza preparazione.
In ogni caso, eccolo qui il quadratino finito, il mio personalissimo scarrafone 🙂