Non potevo chiedere di meglio che chiudere il 2018 completando questo ricamo, la fase 8 del percorso di apprendimento del ricamo tradizionale giapponese.
La tecnica “fuzzy” (effetto sfuocato) evoca immagini in lontananza, velate da una leggera foschia, che si lasciano intravedere in modo discreto.
E solo lo sguardo più attento può notare i piccoli particolari che servono ad affinare ancora di più questa sensazione: il passaggio quasi invisibile a fili più sottili, l’aggiunta di un sottile filo d’oro per dare piccoli colpi di luce.
Un ricamo che va guardato con calma, perché la luce lascia intravedere colori diversi a seconda del punto di osservazione, e le sfumature sembrano moltiplicarsi sotto i nostri occhi.
Un ricamo da meditazione, come certi vini, che va assaporato degnamente.
Tecnicamente, è stato abbastanza spiazzante. La tecnica della combinazione e del passaggio di colori è completamente diversa da quella del ricamo occidentale, e solo sperimentando, foglia dopo foglia, è stato possibile capire – e prevedere – quale sarebbe stato il risultato finale.
Dovendo scegliere con cura l’abbinamento di colori è stato praticamente impossibile ricamarlo di sera, con la luce artificiale. La stagione invernale non ha aiutato, e mi sono ritrovata a ricamare per una o due ore al massimo ogni giorno, al primissimo pomeriggio, prima che il sole si nascondesse dietro il tetto della casa di fronte.
Il titolo “Final dress-up” (l’ultimo abito, l’ultimo ornamento) richiama in senso metaforico all’autunno della vita, in cui, spente le più accese passioni, rimangono i mille colori delle esperienze di una intera vita. Come sempre, bellezza, poesia e riflessioni si fondono indissolubilmente in questo antichissimo ricamo… Come non amarlo?