Casualmente, grazie a facebook, ho scoperto un piccolo teatro milanese, il Teatro Gerolamo. Un teatro mignon, un po’ nascosto in un cortiletto, dietro al Duomo, dove questa settimana hanno allestito anche una mostra di kimono, in concomitanza con uno spettacolo di marionette su una fiaba giapponese.
Nelle intime salette del foyer al terzo piano sono esposti abiti e oggetti di proprietà di una famiglia, realizzati tra il XIX e il XX secolo e tramandati di generazione in generazione.
La qualità delle foto non è granché, a causa della illuminazione soffusa, ma le salette erano allestite molto bene, con una decina di kimono ben esposti, ognuno con il suo obi, e alcuni mobili con cassetti per la conservazione degli abiti, con oggetti e suppellettili varie: scatole e ciotoline laccate, e anche delle conchiglie con la parte interna rivestita in foglia d’oro e decorata.
Tra i kimono (da ragazza, da donna, formali ed estivi…) ce n’erano alcuni ricamati.
Il ricamo più antico è quello di questo obi: la figurina è un attore di teatro kabuki e nella parte bassa c’è un aquilone con l’ideogramma del drago. E’ stato interessante per me riconoscere i punti e le tecniche del ricamo, così come li ho imparati nei corsi di ricamo tradizionale giapponese!
Un altro kimono ricamato è questo: un kimono formale, con i mon, gli stemmi della famiglia, di colore nero con una parte disegnata e in parte ricamata in basso. Il ricamo è stato fatto a Tokyo, nel ‘900. Gli uccelli in seta, argento e oro erano davvero belli!
Ma quello più spettacolare era un po’ defilato, e forse meno appariscente: un kimono realizzato a Kyoto (rinomata per la qualità dei ricami), sempre nel ‘900. Il kimono non è ricamato, ma ha un elegante disegno nella parte inferiore. L’obi, invece, ha un ricamo minuzioso: le foto non gli rendono assolutamente giustizia! Sete sottili, punti piccini, fili d’oro sottilissimi come contorni…
La proprietaria dei kimono, presente alla mostra, che ha gentilmente risposto alla mia richiesta di informazioni, mi ha detto che ho l’occhio fine per averle chiesto subito qualche dettaglio su questo obi, raccontandomi di come questo provenisse da Kyoto e non ci fossero paragoni con l’altro, quello nero, proveniente da Tokyo.
Ma – per chi appena appena conosce il ricamo – non ci voleva davvero molto per non farsi distrarre dai colori splendenti degli obi damascati e lasciarsi incantare da questo obi un po’ defilato, rispetto agli altri, ma così bello!
Piccolo teatro, piccola mostra, ma grande soddisfazione!