…della grammatica.
E chi la dura la vince. Siccome sono testarda, ho subito riprovato a fare l’anello da usare come base per la temari.
Ho fatto tesoro degli errori precedenti. Ho utilizzato carta di spessore maggiore per fare le striscioline da arrotolare per l’anima dell’anello, e ne ho arrotolate una o due di più. Così, non si è deformata ed è rimasta tonda. Penso che, per i prossimi anelli più grandi della misura ditale, proverò a fare i primi due giri con un cartoncino leggero, in modo da dargli più struttura.
Per la suddivisione in spicchi, ho trovato un metodo che per me funziona meglio della strisciolina di carta appiccicata al di sopra dell’imbottitura di filo: ho disegnato il cerchio dell’anello su un pezzo di carta e ho segnato le suddivisioni in spicchi con matita e squadretta. Per questo modello erano solo 8 spicchi, quindi la squadretta a 45° ha funzionato benissimo, ma, per altre suddivisioni, potrei utilizzare un goniometro.
Poi, appoggiando l’anello sul disegno, ho riportato le suddivisioni sul bordo dello sbieco con la matita con la mina bianca. Perfettamente visibili, sullo sbieco scuro, mi hanno permesso di lavorare in modo più preciso.
Anche il bordo è venuto un po’ più regolare.
Ripetendo lo stesso motivo del precedente, ho iniziato a capire meglio il funzionamento della doppia direzione, e, verso la fine, mi sono anche azzardata a fare un piccolo effetto di tessitura che ha lasciato visibile una piccola porzione dei passaggi sottostanti.
La misura leggermente più abbondante del precedente lo rende più adatto a fare da base alla temari.
Ora ho voglia di provare subito a farne un altro!!