Al Castello di Masnago (VA) dal 26 giugno all’11 settembre 2021, c’è la mostra “Giappone – Disegno e Design” (Dai libri illustrati Meiji ai manifesti d’arte contemporanea).
A me è piaciuta moltissimo, e l’ho trovata interessante e ricca di spunti non solo come appassionata di Giappone, ma più in generale come ricamatrice, per la bellezza dei disegni esposti.
Le vetrinette ospitano i libri illustrati risalenti all’inizio del 1900, mentre alle pareti si possono ammirare le riproduzioni delle altre pagine dei libri che, per ovvi motivi, non sono altrimenti visibili.
Si alternano motivi e colori più delicati ad altri più intensi, si passa dal disegno più naturalistico e verosimile a quello più stilizzato, con stili che non risentono in alcun modo del passare del tempo.
Come sempre, trovo interessante il bilanciamento e la distribuzione dei pieni e dei vuoti.
Il vuoto non è qualcosa da riempire ad ogni costo, ma un elemento che diventa parte essenziale del disegno e che riconduce lo sguardo al motivo decorativo, mettendolo in risalto.
Chiude la mostra una serie di manifesti d’arte contemporanea, in cui comunque si ritrovano echi dei motivi classici, ma declinati in una chiave moderna, essenziale e colorata.
Relativamente a quest’ultima sezione, il pannello esplicativo riporta anche questa nota: “Sono peculiari gli accostamenti di colori, lontani dalla sensibilità occidentale, che risentono di una stratificazione culturale che rimanda all’epoca classica Heian (794-1185) con la tradizione del kasane iro, la sovrapposizione e l’accostamento di colori nell’abbigliamento nobiliare, ma che permane nel design quotidiano in ogni ambito compreso quello del cibo.“
Trovo importanti queste parole: lontani dalla sensibilità occidentale, perché per me significa anche che c’è la necessità di accostarsi al disegno giapponese in modo aperto e in un certo senso rispettoso, per educare e ampliare la mia sensibilità e il mio gusto nei colori, prima di apportare modifiche di gusto “occidentale” che rischiano di alterare l’equilibrio di un disegno.
E questo lo sperimento nel ricamo giapponese, in cui il colore ha un ruolo importante ed anche simbolico, con colori associati alle stagioni o anche ad una espressione di mascolinità o femminilità. Nei ricami che ho fatto, rispettando i colori suggeriti dai professionisti giapponesi, ho iniziato pian piano a capire e a sentire in modo diverso abbinamenti di colore che inizialmente stridevano ai miei occhi. E sono convinta che anche questa aderenza ai colori suggeriti faccia parte del processo di apprendimento, che non è solo di una tecnica, ma anche di una estetica che ha alle sue spalle una storia lunghissima e che è doveroso trattare con rispetto.
Una chicca finale della mostra: il catalogo, veramente ben fatto, con le riproduzioni delle pagine dei libri e interessanti articoli di approfondimento.