Il 2023 è stato un anno in cui, volente o nolente, ho dovuto rallentare un po’… Innanzitutto mi sono resa conto che, a dispetto delle mie speranze, non sono in grado di gestire più progetti di ricamo contemporaneamente, e che preferisco concentrarmi su un ricamo solo alla volta, magari tenendone un secondo “di scorta” per alternare nei momenti in cui sento il bisogno di staccare un po’ dal primo.
Me ne sono accorta quando ho avuto sul telaio tre progetti: “Lions with Peonies” del corso avanzato 2022, “Maple leaves with small bird” del corso speciale 2022 e “Heart like the Moon” per la mia amica. Pensavo di poterli portare avanti tutti e tre, a rotazione, ma non è stato così.
Ho bisogno di dare tutta la mia attenzione a un pezzo solo, e credo che questo mi aiuti anche nella concentrazione e nel miglioramento della abilità manuale. Per questo, dopo aver terminato “Heart like the Moon”, mi sono dedicata interamente alle tante foglie d’acero di “Maple leaves with small bird”.
Durante la primavera e l’estate, ho collaborato con il Japanese Embroidery Center alla versione italiana del manuale di ricamo giapponese, ora disponibile in versione cartacea su Amazon o in versione ebook su nuido.com
Il testo non sostituisce l’apprendimento con una insegnante, ma è un utile supporto da consultare per fugare ogni dubbio.
La seconda metà dell’anno è passata in sordina, anche se ho frequentato il corso di aggiornamento per insegnanti e ho tenuto un corso di ricamo in novembre, in cui sono felice di aver iniziato ad accompagnare una nuova allieva sul percorso del Nuido.
Ma di tempo per ricamare, a causa degli alti e – soprattutto – bassi della vita, ne è rimasto davvero poco.
E’ solo ora, archiviato un anno pesante che lascio volentieri alle spalle, che riprendo l’ago in mano con una certa regolarità, e ritrovo, ad aspettarmi pazientemente, i miei “leoni brutti”.
Lo ammetto, anche se in genere mi piacciono molto i disegni giapponesi, non riesco ad appassionarmi ai leoni riccioluti di questo quadro… La scelta, in questo caso, non è stata per l’estetica, ma per la tecnica.
Le imbottiture sono sagomate in modo da seguire le forme ed enfatizzare i volumi, e posare l’oro sopra a queste imbottiture non è stato semplice. La pratica, al di là della teoria, è stata davvero necessaria.
Dopo il leone argento (più “lunare”) è toccato al leone dorato (più “solare”): la scelta della criniera ha richiesto qualche prova, e alla fine ho scelto di ricamarla in blu, con un tocco di oro ramato che desse un’idea di fiammeggiante.
I fiori sono quasi tutti completi: anche qui, le imbottiture generose hanno richiesto un po’ di cautela per lisciare adeguatamente la seta e mantenerne la luminosità.
I colori sono tutti molto brillanti, gli accostamenti audaci: sono quelli utilizzati nel ricamo originale, sul kimono uchikake della collezione del V&A Museum.
Superata la parte più impegnativa sui leoni, mi attende ora un lungo lavoro di koma (le bobine di legno utilizzate per stendere i filati metallizzati) per completare la cascata, le rocce e – soprattutto – il ponte.
Ma nel prossimo futuro mi attende il corso per la fase 11, durante il quale farò la conoscenza con un tipo di seta nuovo (la seta sha, quella leggera per i kimono estivi) ed anche un filo nuovo (l’oro piatto – sottili strisce di carta washi rivestite in foglia d’oro) che sicuramente mi metteranno un po’ alla prova… Non vedo l’ora di scoprire i segreti di questi materiali!