Sottotitolo: e vincere le proprie paure.
L’antefatto: un paio di anni fa concordai con una carissima amica che le avrei ricamato un pezzo a sua scelta, e lei si innamorò a prima vista di un disegno bellissimo, con una significato toccante: l’elemento principale è il “pino miracoloso”, ovvero il pino sopravvissuto allo tsunami del 2011, che in Giappone è diventato un monumento alle vittime del disastro. Questo sopravvissuto infonde coraggio e speranza, così come la luna che rischiara le tenebre.
Per quasi un anno e mezzo la bellissima stoffa di seta uchikake, con la foglia d’oro e d’argento applicata, ha riposato tranquilla, assieme ai fili di seta, nella sua scatola ben riposta. Non che mi fossi dimenticata di lui, tutt’altro! L’idea era quella di finire almeno un pezzo di quelli in corso, e poi di inserirlo nella rotazione dei lavori. Nel frattempo, ho cercato di studiarlo e iniziare a capire come avrei dovuto ricamarlo.
Finora, tutti i pezzi che ho ricamato erano accompagnati da una scheda con indicazioni su punti e filati da utilizzare, e, anche se mi è già capitato di avere anche ampi margini di personalizzazione, avere una guida su cui basarsi è non solo pratico, ma anche rassicurante, e permette di concentrarsi sulla tecnica.
Ma qui… mi sono sentita piccola piccola: scegliere punti e spessore del filo, capire dove e quanto ricamare, riuscire a rendere l’atmosfera lunare e dare il giusto rilievo al pino… Il timore di aver fatto il passo più lungo della gamba mi ha paralizzata.
Uno degli appuntamenti mensili di advanced class mi ha aiutata a dissipare – in parte – le mie paure. Mettere su carta i miei ragionamenti e sottoporli al maestro giapponese, e ricevere da lui suggerimenti e indicazioni, mi è stato davvero d’aiuto. Nel frattempo, si è concluso anche il periodo primaverile denso di appuntamenti e impegni. La stoffa, montata sul telaio, mi attendeva.
Adesso non c’erano più scuse. I lavori in rotazione sono di nuovo due, perché – dopo l’advanced class di marzo – ho frequentato anche il corso speciale sul pezzo gemello dei fiori di pesco con uccellino: foglie d’acero con uccellino, ma se dovessi aspettare di non avere ricami in corso, questo povero pino non verrebbe mai ricamato.
E l’estate – senza altri impegni – è per me il momento ideale per dedicarmi al ricamo giapponese in modo intensivo.
Un paio di giorni fa ho preso il coraggio a quattro mani, ho tirato fuori tutti i fili, ho scelto un ramo che non fosse proprio in primo piano e… dopo aver fatto un gran respiro, ho iniziato a ricamare!
I primi punti sono stati cauti. Molto cauti. E molto pensati.
Poi ho preso un po’ di confidenza, e dopo i primi ciuffetti di aghi di pino, ho proseguito con un po’ più di disinvoltura.
Il primo ramo è completo, e mi piace come è venuto. La mia amica ha detto che la emoziona, e questo per me significa che sto lavorando nella maniera giusta.
Forse, la lunga attesa è servita propria questo: far si che io fossi pronta per lui. O almeno, a me piace pensarla così.