A dispetto di tutti i miei buoni propositi di inizio anno (concentrarmi sui leoni, prima di iniziare la fase 11), mi ritrovo adesso con ben tre pezzi intelaiati:
- i miei “poveri” leoni, destinati ad essere nuovamente trascurati ed accantonati per poter dedicare la mia attenzioni agli altri pezzi, che sono balzati in primo piano;
- la fase 11, “Hanging Scroll – Summer Hydrangea”, che mi sta mettendo un po’ alla prova;
- un pezzo più semplice ma d’effetto, “Cherry Dawn” nella versione su stoffa nera, iniziato appositamente per portarlo alla fiera Creattiva a Bergamo, ad inizio marzo, e fare le dimostrazioni durante i vari giorni di esposizione.
Creattiva Bergamo, nell’edizione di primavera, è diventato un piacevole appuntamento annuale: cerco sempre di portare qualche piccola novità rispetto all’anno precedente, e di ricamare un pezzo sempre diverso, in una dimostrazione continua del ricamo giapponese.
Quest’anno, oltre a ricamare i fiori di ciliegio e raccontare un po’ di dettagli sulla tecnica e sulla storia del ricamo giapponese, ho disegnato qualche petalo di ciliegio su un pezzetto di seta a parte, per dare la possibilità a tutti di dare qualche punto di ricamo ed “assaggiare” la seta.
Grazie a chi si è messo/a in gioco e ha dedicato qualche minuto del suo tempo per provare una tecnica nuova!
Sono particolarmente contenta delle parole di una amica che, dopo aver provato, mi ha detto che per lei era stato molto rilassante, si era completamente concentrata e non si era resa conto di cosa accadeva intorno a lei.
Ha colto perfettamente quella che per me è un po’ l’essenza di questa tecnica di ricamo!
Il bilancio di Creattiva è sempre positivo: al di là di quante persone in futuro parteciperanno effettivamente ai corsi di ricamo, per me è molto gratificante poter chiacchierare con chi è appassionato della cultura giapponese o più semplicemente è curioso e sinceramente interessato a conoscere qualcosa in più di una tecnica così antica e così legata a storia, costume e cultura giapponesi.
Tornata dalla fiera, però, anche i fiori di ciliegio sono stati temporaneamente accantonati, e sul cavalletto ha ripreso posto il pezzo che mi sta dando un po’ di filo da torcere.
La fase 11, con l’ortensia estiva, è disegnata sulla stoffa “sha”, una garza di seta leggera utilizzata per i kimono dei caldi e umidi mesi estivi. I colori dell’ortensia in piena fioritura ci ricordano il piovoso mese di giugno.
La garza di seta, però, è particolarmente elastica e ricamarla richiede numerosi accorgimenti e particolare attenzione, anche solo per il fatto che qualsiasi passaggio di filo sul rovescio sarebbe perfettamente visibile. Mantenere i margini regolari e tenere una buona tensione dei punti non è facile, ma piano piano ci sto prendendo la mano.
Dicono che la terza volta sia quella buona (in inglese “third time’s a charm”), ma non ne sono completamente sicura: questa è la terza versione della prima foglia ma continuo a vedere qualche difetto, anche se sono contenta di come sono venuti i margini, con tutte le frastagliature della foglia ben visibili.
La frustrazione maggiore è stata però causata dai primi tentativi di ricamare con l’oro piatto, ovvero delle sottili striscioline di carta rivestite in foglia d’oro: difficili da maneggiare, facili da danneggiare, inclini a prendere delle brutte pieghe e pronte a rompersi quando meno ce lo si aspetta. Dopo qualche riga sta iniziando ad andare un po’ meglio, ma non posso assolutamente distrarmi: il disastro è in agguato.
La tecnica del ricamo con l’oro piatto si chiama takeyamachi-nui, ovvero ricamo di Takeyamachi, dalla città nel distretto di Kyoto dove è stata sviluppata questa tecnica. Il “filo”, ovvero la strisciolina di carta, viene passato nella stoffa lungo la trama, passando sopra e sotto ai fili di seta in modo da creare diversi motivi. Come si vede dal dettaglio, la stoffa sha è molto rada e l’oro si vede anche quando passa sul rovescio, quindi è necessario accertarsi che sia liscio e senza pieghe sia sul diritto che sul rovescio: facile a dirsi, molto meno a farsi!