Proseguo con il mio racconto della visita alla mostra “Tra la terra e il cielo. I meravigliosi ricami delle Orsoline”, al Museo della Moda e delle Arti applicate di Gorizia. La prima parte racconta della storia delle Orsoline a Gorizia e della sezione dedicata ai campionari di ricamo.
La mostra continua introducendo il ricamo ecclesiastico con una dalmatica e una pianeta, dette di Sant’Orsola, in raso di seta ricamate in seta con applicazioni di merletti e tela d’argento, risalenti alla seconda metà del 18esimo secolo.
I colori e la lucentezza della seta sono ancora intatti, e ho apprezzato la finezza e la precisione del ricamo. Mi sono piaciuti anche alcuni particolari del ricamo in oro, come la nervatura del petalo del fiore, fatta con la lamella metallica (non so il nome preciso) bloccata con dei punti incrociati.
Per dare maggior risalto all’effetto illusionistico dei motivi a merletti di questi paramenti, è stato esposto anche un merletto vero, a loro somigliante: il “Pizzo Coronini”. E’ un merletto ad ago (che sbadatamente non ho fotografato nella sua interezza), prodotto in Francia probabilmente per decorare un camice ecclesiastico o un antependio d’altare.
Attraversata una saletta in cui erano esposti alcuni dei disegni originali, si arriva al trionfo barocco dei paramenti realizzati dal laboratorio delle Orsoline: le pareti con le gigantografie dei ricami creano una atmosfera immersiva e permettono di apprezzare anche i più piccoli particolari.
Nel mezzo della sala, accanto ad un baldacchino fittamente ricamato, cattura l’attenzione un piviale ricamato in oro e seta. Alla solita bellezza del ricamo a punto raso si accompagna una curata decorazione in oro, di cui ho apprezzato particolarmente la bellezza e la varietà dei diversi riempimenti all’interno di motivi imbottiti.
Ma tutti i paramenti esposti, a modo loro, colpivano per qualche aspetto: l’abbinamento di colori, la delicatezza dei disegni, la ricercatezza del ricamo in oro…
Come sempre, amo perdermi nei dettagli dei ricami… è anche questo un modo per accrescere il bagaglio di conoscenze che può tramutarsi in spunti nuovi anche in altre tecniche di ricamo.
Oltre alla mostra, ho visitato anche l’esposizione permanente del museo… ma questa sarà un’altra puntata!