Una oziosa domenica pomeriggio si è trasformata in una specie di caccia al tesoro molto divertente, dove cerchi una cosa e poi ti perdi a guardarne un’altra, e da cosa nasce cosa… e insomma, sai da dove sei partita, ma non sei sicura di dove arriverai.
Tutta colpa di Andrea Ocello (bravissimo ricamatore) che ha pubblicato su facebook un quadrato che gli è stato regalato. Ad una prima occhiata veloce, sembra punto antico, ma già nei commenti viene suggerito che si tratti di ricamo di Lefkara.
Il ricamo è abbastanza grossolano, con diversi errori e imprecisioni, ma i motivi comunque sono carini, non troppo elaborati, e mi è venuta l’idea improvvisa di tirar giù lo schema… Detto fatto, ho chiesto il consenso di Andrea, che, gentilissimo, mi ha subito mandato una foto più dettagliata.
Mettendo giù lo schema, sono rimasta incuriosita dal modo un po’ particolare di lavorare il rombo, che assomiglia al punto Rodi ma non lo è. Possibile liquidare il tutto come una lavorazione poco precisa? Viste le numerose imprecisioni nel conto dei fili, poteva essere, ma comunque mi è rimasto impresso.
Alla fine, guardando anche il bordo, ero indecisa su come era stato realizzato: il giro di buchini più interno è un semplice a-jour, su questo non ci piove, chiuso da un primo giro di punto festone. Il secondo giro, dalla foto, sembra fatto da archetti a punto festone addossato, ma non mi tornava il verso di lavorazione del punto festone.
La richiesta ad Andrea di una foto ravvicinata del bordo ha scatenato una serie di messaggi su whatsapp trasformati poi in una piacevolissima telefonata, durante i quali si sono chiarite un po’ di cose.
Innanzitutto, il secondo giro di buchini del bordo non è fatto con archetti a punto festone, ma con un giro di quadratini a punto avorio (come nel puncetto) completati da un giro finale a punto festone con pippiolini.
Secondo, la tecnica è proprio quella del ricamo di Lefkara, dell’isola di Cipro.
Terzo, in questa tecnica il punto festone si lavora da destra verso sinistra (o dal basso verso l’altro, con la stoffa a destra).
Quarto, il punto Rodi sbagliato non era affatto punto Rodi, ma un punto caratteristico del ricamo di Lefkara, dove si legano 4 fili di stoffa alternativamente con uno o due punti cordoncino, procedendo comunque sempre a scaletta.
Quinto, anche quello che dalla foto sembrava punto riccio, in realtà è realizzato in modo più semplice e veloce, con un risultato meno corposo e meno in rilievo.
Tra un punto e l’altro, il discorso però ha preso anche tante altre direzioni, e, come dicevo da cosa nasce cosa…
Ad esempio, nella storia del ricamo di Lefkara abbiamo trovato scritto che i pezzi più antichi erano fatti in cotone e solo successivamente si passò al lino (sia per la stoffa che per i fili), mentre generalmente in Europa accade l’incontrario, con il cotone che si afferma nell’Ottocento. Non ho trovato online informazioni più dettagliate su quanto antichi fossero i pezzi fatti in cotone, se ci si riferisce cioè al periodo in cui dovrebbe essere nato il ricamo di Lefkara (nel 1500) o a un periodo successivo.
Oppure, l’origine del ricamo di Lefkara, che pare avere le proprie origini in un ricamo in bianco molto più semplice ma dal quale si differenzia e prende vita propria durante la dominazione veneziana tra la fine del 1400 e la prima metà del 1500.
Cercando altre informazioni, ho trovato un bel documentario sulla lunga storia del ricamo di Lefkara, sulla importanza economica che ha avuto per Lefkara e i paesi circostanti, tanto da diventare Patrimonio dell’UNESCO nel 2009.
Gli spunti di riflessione sono tanti, e il viaggio alla scoperta di questo ricamo non è ancora finito.
Però lo schema, quello sì, era già pronto alla sera di quella domenica non più oziosa.
Per chi ha voglia di provare qualcosa di nuovo, o per chi, invece, lo vuole realizzare con il nostro punto antico.
Nel file pdf, che potete scaricare gratuitamente, trovate la foto del pezzo, qualche nota e gli schemi dei due motivi, con il bordo.
Buon lavoro!