Silenziosa, silenziosissima. Continua il mio “ritiro spirituale” tra le sete della fase 10. Un altro mese è trascorso, il ricamo è avanzato. Tanto, forse quanto speravo ma anche non mi aspettavo.
Tanto che ora mi sento sicura di farcela a finirlo in tempo per il viaggio in Giappone (ma ricordati Stefania di non dir gatto se non ce l’hai nel sacco!), tanto che ora avverto quella rinnovata energia che viene dal vedere l’obiettivo a portata di mano, tanto che mi sento carica a mille.
E tuttavia, mi sento anche come un giocoliere, che fa abilmente volteggiare le palle in aria, tenendo ognuna in mano per il tempo giusto per non farne cadere nessuna.
Come un giocoliere, suddivido il mio tempo tra il ricamo giapponese, il lavoro al computer, il lavoro per i corsi di ricamo a Novara. E cerco di farne avanzare qualche pezzetto, anche per le camminate con l’amica e per qualche piccola uscita con il marito.
E imparo a destreggiare anche i pensieri, cercando di pianificare un po’ le attività future, quello che accadrà dopo. Dopo aver finito la fase 10, dopo il viaggio in Giappone. Dopo.
Un pensiero alla volta, scartando le idee balzane, accantonando quelle troppo ambiziose, cercando di stabilire una scaletta di priorità. Per capire, anche qui, se sarò capace, come una giocoliera, di non farle cadere, di continuare a farle volteggiare – nella mia testa – fino a quando non sarò in grado di trasformarle in realtà. Un passo alla volta, un punto alla volta, una palla alla volta.