A fine settembre (chi segue la pagina su Facebook lo sa) sono volata in Inghilterra per seguire il corso della Fase 10 del ricamo tradizionale giapponese.
Cinque giorni intensi, in cui:
– ho messo alla prova il mio (approssimativo) inglese e sono riuscita a cavarmela in modo (spero) dignitoso. Mi ero già resa conto di come, precedentemente, mi fossi sempre – pigramente – appoggiata al migliore inglese di mio marito, viaggiando abitualmente in coppia.
Affrontare il viaggio senza il suo aiuto mi è servito per fugare i timori e sforzarmi di più di capire e farmi capire: un po’ faticoso, dopo un po’ di giorni quando la stanchezza si è fatta sentire, ma bello.
– ho finalmente conosciuto il primo dei maestri giapponesi (creature mitiche vagheggiate per anni, quando la fase 10 era ancora un traguardo lontano): Arata-san si è rivelato gentile, bravo, incoraggiante, disponibile, e ottimo maestro; è stato veramente un piacere essere sua allieva!
– ho iniziato il ricamo sulla mia fase 10, che mi accompagnerà per diversi mesi: un disegno molto ricco e pieno di dettagli, che penso mi darà anche tante soddisfazioni, oltre a filo da torcere.
Tornata a casa, mi sono messa immediatamente all’opera, allestendo la postazione di lavoro con il telaio… avendo frequentato il corso della fase 10, il percorso base di apprendimento è terminato e ora posso frequentare i corsi avanzati di specializzazione. L’obiettivo – partecipare al prossimo viaggio organizzato in Giappone con i corsi di ricamo avanzati – è quindi già raggiunto. Terminare il ricamo della fase 10 è invece indispensabile per ottenere la certificazione e diventare insegnante.
Non ho ancora le idee chiare su cosa farò in futuro, ma per il momento ho deciso di pormi un obiettivo molto ambizioso: provare a terminare la fase 10 in tempo per il viaggio in Giappone (il che vuol dire circa cinque mesi da adesso). Per la fase 9 ho impiegato circa 5 mesi e mezzo, e la fase 10 è più lunga. Perciò, so benissimo che sarà difficile, ma ci proverò ugualmente.
Questo obiettivo però lo vivo senza ansia: non è una scadenza obbligatoria ma un “di più” che mi piacerebbe raggiungere: poter portare il ricamo finito in Giappone, e farlo valutare anche dai maestri del laboratorio giapponese sarebbe la ciliegina sulla torta.
Per questo motivo, cerco di mettermi al telaio ogni volta che posso: questo vuol dire che da ora in poi sarò monotematica, e non avrò altri ricami, e anche che… vivrò più o meno in clausura 😀
Intanto, i primi piccoli risultati si vedono:
La regola per il momento è: concentrarsi su ogni piccolo pezzetto che riesco a completare e non guardare tutto quello che rimane da fare, altrimenti mi scoraggio. Un passo alla volta, un giorno alla volta. Avanti!