La sospensione dei corsi di ricamo per le varie festività che si susseguono da metà aprile all’inizio di maggio, e l’aver portato a termine un paio di lavori su commissione, mi stanno lasciando più tempo libero da trascorrere al telaio da ricamo giapponese.
L’ultimo piccolo passo avanti è il completamento della parte inferiore della primavera, con l’arabesque, sinuosi motivi floreali quasi tono su tono.
In realtà, anche se abbastanza piccolo di dimensioni, non è poi così piccolo come importanza: un lavoro minuzioso e di precisione che mi ha impegnato non poche ore. Sono però molto soddisfatta del risultato, tanto che – a dispetto del detto “chi si loda s’imbroda” – mi azzardo anche a dire che mi sto proprio godendo questa nona fase.
Nelle fasi precedenti avevo l’abitudine, in caso di dubbi o per maggior sicurezza, di consultare – di tanto in tanto – la mia insegnante. Questa volta, ben sapendo che al prossimo corso l’insegnante sarà il maestro giapponese, ho deciso di mettermi un po’ alla prova. Perciò, la sfida è con me stessa: voglio portare a termine questo ricamo senza chiedere consigli o conferme, cercando di farlo al meglio che posso, per presentarlo al maestro giapponese così come io l’ho pensato, voluto, e ricamato, con i suoi (miei) pregi e difetti.
L’aver preso questa decisione mi fa anche stranamente sentire più leggera, anzichè maggiormente ansiosa.
E passare tante ore su questo ricamo me lo sta facendo diventare più amato, mentre ne scopro via via i piccoli dettagli, mentre all’inizio, un po’ per superficialità, non mi aveva colpita in modo particolare…
Avanti, ora, di nuovo al lavoro… la primavera aspetta di venire completata!