Ricamo giapponese – intermezzo

di | 20 Agosto 2015

Messo a telaio ai primi di febbraio, e terminato a metà agosto: sembra molto tempo, in realtà fino a giugno ci ho lavorato in modo molto discontinuo, e solo da luglio – nonostante il caldo – mi sono imposta di realizzare almeno un pezzettino (anche solo una fogliolina) al giorno. Incredibile poi come il lavoro sia filato via velocemente: un attimo mi sembrava di avere ancora una enormità di lavoro da fare, e l’attimo dopo mi sentivo finalmente in dirittura d’arrivo.

Questo pezzo è un intermezzo, tra la fase 2 e la fase 3 (che farò dal 21 al 25 settembre!), e ho voluto farlo per tenermi in allenamento e per mettermi alla prova. E’ infatti il primo pezzo messo a telaio ed iniziato senza l’occhio vigile della maestra Stefania Iacomi.

Ricamo giapponese - bambù

Ricamo giapponese – bambù

Lavorare a questo pezzo mi ha insegnato di nuovo alcune cose, che spesso e volentieri tendo a dimenticare.
Prima di tutto mi ha ricordato di non fasciarmi la testa prima del tempo. All’inizio, ero piuttosto preoccupata da alcuni elementi nuovi: l’oro sottile nella nebbia, gli aghi di pino…
Ma, dopo aver guardato il protocollo per stabilire come procedere, ho accantonato le mie preoccupazioni, e ho iniziato a ricamare dagli elementi che già conoscevo. Questo mi ha permesso di riacquistare fiducia e prendere confidenza con il nuovo disegno.

Dettaglio

Dettaglio

Poi, mi ha ricordato che spesso quello che ci spaventa si dimostra alla fine nulla di insormontabile. E’ stato così per gli aghi di pino, ad esempio. Quando ho finito le foglie di bambù ed i fiori, ho affrontato il pino, un po’ intimorita alla prospettiva di dover alternare seta, seta e oro, e solo oro – per dare un effetto luminoso alla chioma del pino.
Il lavoro, alla faccia delle mie paure, è proseguito senza intoppi e velocemente, tanto che in men che non si dica mi rimanevano solo i fiorellini nella nebbia.

Dettaglio: il pino

Dettaglio: il pino

E fare un pezzetto al giorno, con metodo e costanza, mi ha portato così velocemente alla fine del ricamo, che mi sono ricordata di quando ero bambina, in vacanza in montagna. Che dalla zona del parco giochi alla nostra casetta, c’era una strada abbastanza in salita, che quando si scendeva era divertente, ma a tornare indietro un po’ di meno. E allora, invece di guardare avanti – che la salita mi sembrava interminabile – guardavo i miei passi, uno dopo l’altro, e quando rialzavo lo sguardo, magia! ero quasi arrivata alla fine della salita e sapevo che in un attimo sarei stata a casa.

Dettaglio: foglie di bambù

Dettaglio: foglie di bambù

Dettaglio

Dettaglio

Dettaglio: chiome di alberi nella nebbia

Dettaglio: chiome di alberi nella nebbia

Ed ora, smontato il telaio e riposti i cavalletti, aspetto con impazienza il prossimo corso di settembre!