Prosegue il mio diario settimanale ricamato (per chi non sapesse cosa sto facendo e perché, qui c’è la spiegazione).
Nel quadretto della seconda settimana c’era anche un po’ di cielo al tramonto, quando prende fuoco. Nel caso non si fosse capito, io sono una amante dei tramonti, e degli splendidi colori che regalano.
Anche in questa settimana, andando al corso di lingua giapponese, mi è capitato questo spettacolo:
Come potevo non fotografarlo?
Siccome non sono una pazza spericolata, e non faccio acrobazie mentre guido, ho accostato la macchina al ciglio della strada, e lì tra l’erba smunta c’era una piccola minilepre che, un po’ spaventata dalla luce dei miei fari, si stava rifugiando tra i cespugli.
Non era però così spaventata come si potrebbe supporre, ed anzi ha indugiato e si è fermata un attimo a guardarmi, quasi a voler controllare che sì, stavo proprio fermandomi lì, e che quindi un po’ di prudenza non sarebbe guastata. Quell’attimo di indecisione mi ha divertita, e mi sono fermata il più distante possibile da lei, per non spaventarla più del necessario.
Per il ricamo, continuo a procedere senza disegno, e non è stato facile pensare a come fare la minilepre. Mi è venuto in soccorso un avanzo di filato di alpaca naturale, che per colore e morbidezza mi ha ricordato la piccola amica. Il risultato è qui: diciamo che, se non assomiglia proprio a una minilepre, perlomeno ne restituisce l’idea, e tanto mi basta.