Prosegue il mio diario settimanale ricamato (per chi non sapesse cosa sto facendo e perché, qui c’è la spiegazione).
Arrivo un po’ in ritardo anche questa settimana: un po’ di lavoro, un po’ di cucina, e una interessante lezione (la prima di tre) sui kimono giapponesi mi hanno fatto scivolare via il fine settimana senza che me ne accorgessi.
La novità della settimana appena trascorsa è che mi sono fatta un tatuaggio, nemmeno tanto piccolo, sull’avambraccio. Questo colpo di testa, che tanto improvviso non è visto che erano mesi che lo stavo pianificando e che ero alla ricerca delle immagini giuste, ho deciso di imputarlo alla crisi di mezza età: un buon alibi per giustificare un cambiamento che in molti non si aspettavano. Alla fine dei conti, avrei potuto combinare anche di peggio, no?
Liquidare il quadratino con la sola scritta “inked” mi sembrava però un po’ troppo sfacciato, quindi ho passato in rassegna, con google, un po’ di punti di ricamo alla ricerca di qualcosa di nuovo da provare.
E, grazie, al tutorial di Mary Corbet, ottimo come sempre, ho potuto provare il “plaited braid stitch”.
Frugando nella scatolina dove conservo la striscia di stoffa di questo ricamo settimanale, ho cercato inutilmente un filo un po’ spesso… L’ideale sarebbe stato un perlé 8, per provarlo, o anche un 5, ma la voglia di fare le rampe di scale per andare a cercarlo nella cassettiera era poca, la pigrizia ha avuto la meglio, e ho usato l’avanzo di metallizzato oro della Kreinik: bello lucente, sì, ma difficile da gestire.
I risultati avrebbero potuto essere decisamente migliori se non avessi ceduto alla pigrizia, ma per il momento mi accontento e mi riprometto di provare nuovamente questo punto, con un filo più adatto, perché mi sembra decisamente d’effetto e mi piacciono molto la sua consistenza e l’effetto a rilievo.