Prosegue il mio diario settimanale ricamato (per chi non sapesse cosa sto facendo e perché, qui c’è la spiegazione).
Se nelle scorse due settimane ero arrivata un po’ in ritardo, e un po’ trafelata, in questa settimana, invece, arrivo in anticipo con il mio quadratino già realizzato.
Il soggetto l’ho scelto durante il viaggio in treno verso Milano, in una giornata che, dopo un mese di bel tempo praticamente ininterrotto, si è presentata grigia e lievemente piovigginosa.
Il paesaggio, dal finestrino del treno, non era il massimo: i campi ancora spogli e con i residui delle piante di riso, gli alberi in lontananza che si perdono nella bruma, solo gli argini con la terra smossa e marrone tagliano con geometrie regolari la superficie dorata.
La scelta dei colori dei fili riflette un po’ queste tinte pallide, e l’uso della lana, negli intenti, servirebbe per l’aspetto sfuocato e nebbioso degli oggetti lontani.
Tracciate alcune linee di delimitazione, ho iniziato a riempire gli spazi con una versione molto approssimativa di un pizzo ad ago: le righe di punto festone, agganciate solo ai margini e lungo i contorni, non sono assolutamente regolari, ma fatte in totale libertà (inizia a piacermi questa mancanza di schemi a cui attenermi!)
Poi ho ricamato gli argini e gli alberi in lontananza. La lana grigiastra era troppo poco visibile, sullo sfondo, quindi ho rimediato con alcuni punti di filo da cucito grigio più scuro, prendendo a prestito un filo dalla treccia multicolore che soggiorna nel cestino, pronta per le emergenze bottoni.
Stendendo un velo pietoso sul mio senso della prospettiva, mi sono comunque molto divertita, ed infatti l’ho iniziato e terminato oggi pomeriggio. Ora posso godermi il fine settimana senza sensi di colpa 🙂